Nell’ultima newsletter abbiamo conosciuto l’importanza della Centrale Rischi (CR) nella relazione banca – impresa. Questa volta conosciamo meglio Crif: si tratta di una azienda specializzata in sistemi di informazioni creditizie (così detti SIC) e di business information. E’ una vera e propria banca dati costituita da informazioni sia pubbliche sia provenienti dal mondo bancario.
I report di CRIF rappresentano uno strumento importante per la valutazione del merito creditizio: la presenza di segnalazioni negative comporta per l’impresa un peggioramento del rating nei confronti di tutto il sistema bancario, con conseguenze molto negative che possono andare dall’applicazione di tassi più alti a maggiori oneri finanziari, dalla difficoltà di accesso al credito fino alla riduzione, se non revoca, dei fidi in essere.
Tali evidenze non devono essere visti solo nell’ottica di una classificazione dei cattivi pagatori: il canale Crif o di altri SIC, infatti, è utilizzato dal sistema bancario in via complementare a quello della Centrale Rischi in quanto nei sistemi di informazioni creditizie vengono raccolti i rapporti sui finanziamenti richiesti e ottenuti dalle imprese di qualsiasi importo, anche inferiore a 30.000 euro (limite minimo invece per la segnalazione in Ceri ) nonché la presenza o meno di protesti e pregiudizievoli in capo all’azienda o agli esponenti della stessa, con un indicatore sintetico di rischio in base all’andamento di questi fattori.
Il monitoraggio della propria Crif risulta quindi fondamentale, sia come “biglietto da visita”, sia per rilevare eventuali segnalazioni errate e richiederne tempestive rettifiche, individuare le segnalazioni negative e porvi rimedio.
Inoltre le informazioni Crif possono però essere utilizzate dalle stesse PMI anche per ridurre i propri rischi commerciali e posizionarsi diversamente nel mercato di riferimento: conoscere in maniera più completa i propri clienti principali o ottenere informazioni su potenziali nuovi clienti (analisi del trend storico dei comportamenti e delle tempistiche di pagamento a livello commerciale, confrontato anche con l’andamento del settore di appartenenza, verifica della presenza di eventuali protesti o pregiudizievoli, controllo periodico dei dati contabili di bilancio e dei principali indicatori economico finanziari) può aiutare l’impresa a verificarne l’affidabilità in modo più consapevole; la “referenza” ormai è un elemento che, utilizzato da solo, non è più sufficiente per avviare una relazione commerciale. Analogamente essere al corrente della salute finanziaria dei propri fornitori e conoscere in maniera più approfondita i principali competitors può risultare determinante per la definizione delle future strategie di business.
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